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Il Punto

Non bastano proroghe. Servono soluzioni definitive

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È di questi giorni un documento, approvato all’unanimità dal Consiglio Nazionale del Coni, che il Presidente Malagò ha trasmesso al Ministro Abodi, accompagnandolo con una documentata lettera di approfondimenti sul tema del lavoro sportivo e sulle preoccupanti complicazioni che la riforma sta generando. Nel frattempo è arrivata dal Ministero la proroga al 31 gennaio 2024 per le scadenze delle norme in attuazione entro il 30 dicembre e si continua a parlare di rinvii per la revisione degli statuti.
Una boccata d’ossigeno, questo rinvio. Resta però da risolvere il gigantesco problema creato dai molti aspetti contenuti nella riforma del lavoro sportivo.
Spero infatti che alle preoccupazioni non seguano chiusure in serie delle società sportive, gestite da volontari e da persone che si sono messe al servizio della formazione e dell’educazione di giovani e non. Il futuro resta carico di nubi temporalesche: troppi costi, troppa burocrazia e responsabilità sui presidenti delle Asd e Ssd, che spesso ricoprono tale ruolo nel tempo libero, organizzando attività sportiva e socialmente rilevante.
Il Csi, consapevole del suo ruolo di promozione di uno sport a misura di persona, basato su valori cristianamente ispirati, ritiene indiscusse la dignità del lavoro sportivo e la tutela della dignità dei lavoratori, ma le norme approvate sono potenzialmente devastanti e rischiano proprio di distruggere un patrimonio sociale e sportivo di immenso valore.
Ma non c’è alternativa: serve un intervento coraggioso perché le proroghe non bastano. Se intanto non si mette mano a soluzioni definitive. Gli operatori sportivi vogliono rispettare le norme, che però diano certezze e permettano di continuare l’attività.
Occorre trasparenza e semplificazione. Ci siamo appellati spesso al Ministro Abodi, ma siamo coscienti che non può risolversi, con un sol colpo, un problema intricato fatto di mille nodi da sciogliere per non rompere il fragile equilibrio nel settore. Siamo disponibili al reciproco ascolto e a cooperare per la risoluzione di alcuni problemi, quali l’eccessiva burocrazia per le piccole associazioni, la sicurezza sul lavoro sportivo e il funzionamento dei registri.
Altrimenti non resta che l’abbandono e… l’inizio della fine.
Parrebbe un paradosso, proprio nei giorni successivi all’inserimento, votato unanimemente, nella Costituzione italiana del diritto allo sport.

 Vittorio Bosio

Presidente Nazionale CSI